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Londra lancia le prime 24 scuole "libere"

Studi scelti da insegnanti, genitori e studenti

Il progetto, per ora limitato ad un numero ristretto di istituti scolastici, potrebbe però estendersi il prossimo anno ad altri 323 centri d’istruzione. Sono sovvenzionate da fondi pubblici

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Londra lancia le prime 24 scuole "libere" Studi scelti da insegnanti, genitori e studenti

LONDRA – La nazione delle uniformi scolastiche, delle rette da 30 mila sterline l’anno, della discriminazione tra scuole private di elite e scuole statali con il metal detector, lancia un nuovo esperimento: le scuole “libere”. Si chiamano proprio così, “free schools”, e quello da cui sono libere è il curriculum studi imposto dal ministero dell’Istruzione. Da quest’anno, in Gran Bretagna, in certe scuole si potrà studiare come vogliono il preside, gli insegnanti, i genitori e in certa misura pure gli allievi, che una qualche voce in capitolo con il papà e la mamma ce l’avranno. E il risultato è una scuola per tutti i gusti: ci saranno quelle all’antica, che tornano al passato, dove gli scolari sono obbligati a studiare il latino fin dalla prima elementare, e quelle d’avanguardia, dove si praticano yoga e meditazione.

Per adesso si tratta di un progetto limitato: su 323 associazioni scolastiche, formate da insegnanti e genitori, che avevano fatto richiesta al ministero di essere inserite nell’elenco delle “scuole libere”, soltanto 24 hanno ricevuto l’approvazione e sono dunque pronte per partire con il nuovo sistema all’inizio dell’anno scolastico 2011-2012.

Ma se l’iniziativa avrà successo, come si dice sempre in questi casi, il numero delle “free schools” potrebbe aumentare. L’idea fa parte del programma del governo conservatore di David Cameron di dare più autonomia alla gente di organizzare la propria vita sociale come preferisce, assumendosi più responsabilità ma ricevendo anche più diritti. Se questa formula, conosciuta come “Big Society” (Grande Società), viene accusata però di mascherare con il volontariato e l’individualismo la drastica riduzione della spesa pubblica attuata dal governo per ridurre il debito, nel caso della scuola la situazione è tuttavia un po’ diversa.

Le “scuole libere” non appartengono infatti alle scuole private, bensì figurano tra quelle statali, ossia sovvenzionate da fondi pubblici. L’obiettivo dichiarato del governo era di dare così una maggiore varietà di corsi, più indipendenza e più creatività a un settore – quello della scuola di stato – che langue da anni. Le scuole statali, in questo paese, sono raramente considerate buone dal punto di vista accademico, cioè in grado di assicurare ai propri allievi un ingresso nelle migliori università e dunque un buon lavoro quando saranno grandi.

Basti dire che, sebbene solo il 7% delle famiglie mandano i figli alle costosissime scuole private (dove la retta si aggira intorno all’equivalente di 35 mila euro l’anno – diciamo 100 mila euro l’anno per tredici anni, per una famiglia con tre bambini, come il prezzo di una casa di lusso), quel 7% di studenti occupa poi il 40-50% dei posti da giudice, da manager, da avvocato, da deputato, insomma i mestieri più prestigiosi e meglio retribuiti.

Le “free school” dovrebbero, sulla carta, offrire un’alternativa a questa disparità sociale. Il ministro dell’Istruzione Michael Gove aveva infatti promesso che la maggior parte sarebbero state scelte nei quartieri più poveri. Ma un’indagine del quotidiano Guardian di Londra afferma invece che le prescelte sono in maggioranza situate in quartieri della classe media. In sostanza, il governo conservatore avrebbe cercato di fare un favore ai propri elettori, poiché è la classe media a sentirsi strozzata dai costi esorbitanti delle scuole private e a cercare disperatamente altre soluzioni: per questo tante famiglie della middle-class se ne vanno dal centro di Londra e si stabiliscono nei sobborghi, dove è relativamente più facile trovare scuole statali senza i problemi di degrado, violenza e scarso livello accademico che hanno in città.

Ci sono eccezioni. La London Academy of Excellence, a Newham, nell’East End di Londra, ambisce espressamente ad aiutare i giovani delle classi meno abbienti a trovare posto in università di elite come Oxford e Cambridge. Ma secondo Mary Bousted, segretario generale dell’Associazione Insegnanti Atl,nel complesso il sistema delle scuole libere è totalmente non democratico e porta via considerevoli fondi pubblici a detrimento di chi ne avrebbe più bisogno”. Come che sia, il progetto è partito, e non comprende solo scuole super-tradizionaliste che insegnano il latino dalle elementari o ultra-moderne che insegnano yoga e meditazione: ci sono anche varie scuole legate a confessioni religiose, inclusa una di Nottingham di cristiani fondamentalisti che definisce Darwin e il creazionismo soltanto “una teoria”.

In un sondaggio pubblicato domenica dal Sunday Times, l’opinione pubblica appare divisa: il 35 per cento è a favore dell’iniziativa, il 38 per cento è contrario, il resto sono incerti. La vera libertà, dicono gli oppositori, sarebbe una buona scuola statale per tutti: ma una scuola del genere non è nel futuro del Regno Unito. Se c’è una cosa che insegnano esperimenti come le “scuole libere”, forse è che dovremmo rivalutare la scuola italiana, con tutti i suoi problemi e difetti.

(05 settembre 2011) Fonte: La Repubblica

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Questa voce è stata pubblicata il 5 settembre 2011 da in apprendimento, bambini, libertà.

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